destionegiorno
So che vivresti con me
cento lustri
e sette spicchi d’anno fa
a cogliere agrumi d’alabastro.
Sceglierei il più bel... leggi...
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Radici e aggrappati,
come il capricorno
su vertici di roccia.
Radici e resina di mani
che si attaccano, abbracciano,... leggi...
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Ho dato al tuo nome
di luce e magnolia,
una sillaba e tre rintocchi di matita.
Da allora parlo del tuo sorriso
di... leggi...
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Come se provassi
ad ingrandire il mare
a riscaldare il sole.
Così ti cerco,
densa di cristalli,
ogni volta,
ogni attimo che respiro
ogni volta sempre...
E così, cercandoti, è il tuo sole
che riscalda il sole
e che drappeggia dei tuoi occhi... leggi...
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Il giorno che mio padre pianse
era un bel vestito
di lino nuovo
dentro un sole listato a basalto.
Piccoli esagoni blu,... leggi...
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Scrutavo visi d’accattoni
scrivendo ancora della vita
di storie in ombra e di prigioni
per un pensiero di... leggi...
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Jim27
Trifone sapeva tanto d’ulivo
saliva la Murgia per viottoli antichi
ed accesi profumi di mandorla
portava, ogni sera, a piccoli amici.
Quel nome strano, solo un po’ buffo
quel viso sbilenco di fame e fatica,
aveva sul viso un liscio bel ciuffo
rosso al tramonto alla sua Ludovica.
Era gemma come luna di notte
data in sposa a un crudele bandito,
qualche ruga e tanti segni di botte
che carezze d’ulivo avevan lenito.
Lo aspettava a settembre sull’uscio,
ogni giorno sette lividi agli occhi
regali violenti e sempre a rovescio
del suo sposo ai sette marmocchi.
Ma ogni sera correvan felici
e Trifone con le mandorle a loro,
Ludovica li ammirava in cornice
quadri d’amore che brillavano d’oro.
Poi gli amanti, poggiati sul fieno
ove il miele valicava covoni;
mille quei baci e un po’ di sereno
in quella vita con poche emozioni.
Amor velato da voci dei sette,
squisitezze sotto suoni di stella:
quella sera tante volte gemette
non s’udiva da lustri eco più bella.
Una notte s’attardaron di baci
- mentre i sette dormivano piano -
quei baci soavi che portano pace
e che i neri ricordi tengon lontano.
Tornò lo sposo, su nuvole rosse
tanto ebbro di cattivi pensieri
e allorquando Trifone si mosse
un nero pugnal ne perforò i cuori.
Ludovica che morì di settembre
che lasciò il mondo per sere d’amore,
lasciò sole sette piccole ombre
che tante mandorle aspettano ancora. |
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Jim27 |
17/11/2019 21:35| 828 |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Ludovica e Trifone sono nomi di fantasia.» |
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In quartine ben stilate. Un bel poetare sf. b serat (Alberto De Matteis)
Una storia agghiacciante in versi sublimi! (Serena Urbano)
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